L’altare, in marmi policromi, fu consacrato il 7/12/1907 dal vescovo Radini Tedeschi. Il progetto è dell’arch. Ernesto Pirovano, milanese che a Bergamo ha fatto, tra l’altro, la facciata del Cimitero Monumentale. L’esecuzione e le sculture sono di Andrea Paleni e del fratello Cesare, aiutati dal padre arch. Ernesto per la parte marmorea e progettuale. L’altare è ricco di marmi e sculture, ma la parte più originale è quella “mariana”, carica di grande valenza simbolica per la scelta di un tema iconografico raramente utilizzato negli altari, che si esprime nel fregio bronzeo di Andrea Paleni sul paliotto: una vera e propria scultura che si estende, unica in diocesi, su tutta la superficie inferiore dell’altare, con la raffigurazione di “Donne dell’Antico Testamento” che annunciano e prefigurano la grandezza di Maria. Sono 11 donne, e qui di seguito, accanto al loro nome è citato il testo biblico in cui compare la loro storia.
Da sinistra:
– “Eva” (Genesi). Raffigurata solenne e statuaria, vestita come una matrona romana, incinta, con un germoglio in mano, un germoglio da cui fiorirà il Salvatore; sotto i suoi piedi schiaccia un serpente, condividendo un’unica immagine con l’Immacolata.
– “Sara” (Genesi), moglie di Abramo, e il figlio Isacco, annunciatole da 3 angeli in sembianza di uomini. La figura è vecchia, il volto segnato dal tempo, con il bimbo in braccio: per lungo tempo sterile, miracolosamente partorisce Isacco, ma ebbe il figlio da anziana.
– “Rebecca” (Genesi), che porge da bere al servo di Abramo, in cammino con dieci cammelli per cercare una moglie a Isacco: proprio Rebecca andrà sposa a Isacco e gli darà due figli, Esaù e Giacobbe. Curioso ma reale il cammello che fa da sfondo alla vicenda.
– “Rachele” (Genesi) che porta il gregge al pascolo con un bastone, e due pecore di squisita fattura. Rachele, bella di forma e di aspetto, conobbe il marito, il patriarca Giacobbe, proprio al pascolo delle greggi.
– “Debora e Giaele” (Libro dei Giudici): Debora, profetessa e uno dei Giudici di Israele, è seduta con un cartiglio sul quale è inciso il cosiddetto “Canto di Debora”, nel quale la donna glorifica Dio per averla assistita nella lotta contro il nemico Sisara, generale del re di Canaan: prima messo in fuga dall’israelita Barak, spinto proprio da Debora, poi, come profetizzato sempre da Debora, ucciso da Giaele, nella cui tenda si era rifugiato e addormentato, che gli conficca nella testa un picchetto che qui ha nella mano sinistra.
– “Rut” (Libro di Rut), la spigolatrice, al centro del paliotto, una donna che si china a raccogliere le poche spighe lasciate dai mietitori. Rut è il personaggio femminile di grandi doti morali, rimasta vedova ma esempio di pietà filiale nei confronti della suocera, e che con grande dedizione e generosità fece i lavori più umili. È la capostipite di Davide e di Giuseppe, ed è nominata all’inizio del vangelo di Matteo.
– “Betsabea” (1° Libro dei Re) e il figlio Salomone, posto su un cippo celebrativo, rappresentativo del desiderio della madre di porre il figlio sul trono del padre Davide. Una rappresentazione di madre e figlio, una madre che molto fece per la gloria del figlio.
– “Giuditta” (Libro di Giuditta) era una ricca vedova, bella, giovane e di indiscussa virtù. Quando la sua città, Betulia, sta per arrendersi al generale nemico Oloferne, Giuditta si veste in gran pompa e si presenta ad Oloferne con la sua serva e con doni, fingendo di essere venuta a tradire i suoi. Oloferne accetta entusiasta l’offerta e la invita al suo banchetto, credendo di poterla anche possedere. Ma quando viene lasciato solo con la donna è completamente ubriaco. Giuditta allora prese la sua scimitarra e con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa. Qui è raffigurata con la testa del generale, affiancata dall’ancella che l’accompagnava nel campo nemico, la cui complicità nella scabrosa impresa è data dalle mani che si incrociano attorno all’arma del delitto.
– “Ester” (Libro di Ester). Assuero, re persiano che dominava sull’Asia Minore, ripudiò la moglie e si fece portare 10 vergini del regno tra cui scelse Ester in moglie senza sapere che era ebrea e la incoronò regina; il primo ministro Aman, nemico degli ebrei e del padre di Ester Mardocheo che non si era prostra a lui, promulgò una legge af- finché tutti gli ebrei fossero uccisi; Mardo- cheo chiese alla figlia di intervenire presso il marito, ma la regola era che venisse ucci- so chi si presentava al re spontaneamente, senza essere convocato; Ester lo fece e As- suero si adirò moltissimo; Ester svenne e Assuero, colpito da tanta audacia, tese lo scettro indicando che lei poteva vivere.
– “Madre dei 7 fratelli Maccabei”
(2° Libro dei Maccabei): qui è con l’ultimo dei figli, tutti trucidati dal re siriano Antioco IV Epifane perché non volevano allontanarsi dalla loro fede. Dopo aver ucciso i primi 6 fratelli, Antioco cercò di convertire il più giovane promettendogli onori e cariche, ma la madre lo invitò a non lasciarsi corrompere.
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